La sua biografia

Proponiamo ai lettori la traduzione della biografia scritta da Harri Vainio nel 1993, pubblicata dalla rivista Environmental Health Perspective in occasione della conclusione della carriera di Tomatis presso l'Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro di Lione.
Nelle prossime settimane provvederemo ad aggiornarla per documentare le attività svolte da Tomatis nel periodo che dal 1993 arriva ai nostri giorni.

Una carriera prestigiosa al servizio della prevenzione dei tumori
Dopo aver dedicato più di 26 anni all'Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC), gli ultimi 12 dei quali nella veste di direttore, Lorenzo Tomatis è andato in pensione nel Dicembre 1993. Per tutti questi anni ha rappresentato l’impersonificazione (infaticabile) del mandato dell’Agenzia: condurre e coordinare a livello internazionale la ricerca sulla prevenzione dei tumori attraverso l’applicazione delle conoscenze scientifiche delle cause del cancro.
La IARC, ubicata a Lione, in Francia, è un’organizzazione intergover-nativa finanziata in modo indipendente nell’ambito dell’Organizzazione mondiale della sanità. Alla IARC la ricerca – che durante la sua presidenza Tomatis ha condotto, guidato ed espanso – è largamente multidisciplinare, combina infatti i risultati di studi epidemiologici e di laboratorio, ed è organizzata sulla base di accordi di collaborazione con ricercatori di 56 paesi nei 5 continenti.

I primi anni
Tomatis è nato in Italia, dove ha studiato fino alla laurea in medicina, conseguita all’Univesità di Torino nel 1953. Dopo un breve incarico come ufficiale medico in un reggimento degli alpini, ritorna all’università e si specializza in medicina occupazionale. E’ qui che nasce il suo interesse per il ruolo delle sostanze chimiche come potenziali cancerogeni.
A metà degli anni ’50 Tomatis comincia ad ampliare i propri orizzonti e, come altri giovani medici italiani di quei tempi, vede eccitanti opportunità di ricerca negli Stati Uniti, finché, nel 1959, attraversa l’oceano per raggiungere il gruppo di Phillipe Shubik alla Divisione di oncologia della Chicago Medical School. Il gruppo di Shubik ha già una reputazione internazionale nel campo della cancerogenesi da agenti chimici, e Tomatis viene rapidamente assorbito nel gruppo. Secondo Shubik, ora direttore del Toxicology Forum a Oxford, da subito Tomatis dimostra una grande abilità nella ricerca di base: “Era un ricercatore attento e riflessivo, con una grande capacità di capire in quale direzione stava andando la ricerca prima di molti altri. Nel mio dipartimento ha organizzato un laboratorio di colture di tessuti molto tempo prima che questo campo raggiungesse l’importanza che ha ora”.
L’entusiasmo di Tomatis e la sua inclinazione alla sfida permeano anche la sua vita privata. Shubik ricorda un episodio risalente ai primi tempi della vita dello scienziato italiano oltreoceano. Toamtis e sua moglie erano andati a far visita allo stesso Shubik nella sua casa sul lago, in Canada, guidando una vecchia Chevrolet, da Chicago. Shubik ricorda che “la macchina ebbe problemi meccanici dopo il loro arrivo, tanto che il meccanico locale non era sicuro che sarebbe riuscito a riportati a casa. Beh, più tardi venni a sapere che non solo Tomatis e la moglie erano tornati a Chicago, ma poi l’avevano guidata fino allo Yukon e stavano continuando a esplorare il Nord America”.
Le prime due pubblicazioni di Tomatis a Chicago - una sull’induzione di tumori nelle cavie per mezzo di o-amino-azotoluene, l’altro sul ruolo dell’olio di croton nella cancerogenesi dei tumori della pelle – segnano l’inizio del cammino scientifico che lo scienziato avrebbe sviluppato e perseguito da allora in poi. Da notare che i due coautori, oltre a Shubik, erano due italiani: Giuseppe Della Porta, già direttore della Divisione di oncologia sperimentale all’Istituto nazionale dei tumori di Milano, nel primo lavoro, e Benedetto Terracini, ora a capo del Dipartimento di scienze biomediche e oncologia umana dell’Università di Torino.
Toamtis continuò a pubblicare per tutta la durata della sua permanenza a Chicago, ma nel 1965 la sua ricerca prende un’importante nuova direzione con un articolo in cui si documenta un aumento dell’incidenza di tumori nella prima e nella seconda generazione della progenie di topi esposti durante la gravidanza a un idrocarburo policiclico, il dimetilbenzantracene. Tomatis continua a studiare, da pioniere, questo nuovo aspetto della cancerogenesi, tanto che per il biennio 1965-66 gli viene assegnata una Eleanor Roosevelt International Cancer Fellowship per studiare la risposta all’esposizione neonatale ai cancerogeni. Alla IARC, dove approda al termine di questa fellowship, la cancerogenesi transplacentale è uno dei filoni di ricerca che Tomatis persegue insieme ai suoi nuovi colleghi.

Alla IARC
Tomatis giunge alla IARC nel novembre 1967, a 38 anni. Arriva per creare l’Unità di cancerogenesi chimica, ma poi vi trascorre tutta la sua carriera sviluppando il campo in cui ha già stabilito una solida reputazione. Gli studi di cancerogenesi perinatale, transplacentare e multigenerazionale rimangono il suo principale interesse: Tomatis si accorge ben presto che l’allora emergente campo della biologia molecolare poteva dare un importante contributo per una più precisa comprensione dei meccanismi coinvolti nella trasmissione del rischio cancerogeno da una generazione all’altra. Dice Takashi Sugimura, direttore del National Cancer Center in Giappone, che è insieme amico e collega di Tomatis: “I suoi contributi scientifici pionieristici sulla cancerogenesi transplacentare stanno attirando l’attenzione di un numero sempre maggiore di scienziati su questo aspetto della cancerogenesi”.
Nikolai P. Napalkov, vicedirettore dell’OMS, considera gli studi multigenerazionali di Tomatis come alcuni tra i maggiori contributi al campo della cancerogenesi. Napalkov e Tomatis si incontrano nei primi anni ’60, quando Tomatis è alla Chicago Medical School e Napalkov si occupa di ricerche sulla cancerogenesi chimica allo Sloan Kettering Institute e alla BerKeley University, in California. Nel corso degli anni i due diventano amici e collaboratori, e lavorano su progetti comuni in cancerogenesi sperimentale. Napolkov professa il più grande rispetto per i metodi di ricerca di Tomatis.¨”Il Dr. Tomatis possiede una conoscenza sistematica della patologia sperimentale, sia umana sia animale, che oltre a essere indispensabile per la sua ricerca, garantisce anche la solidità dei suoi dati. Non c’è alcuna ragione di dubitare della validità dei suoi risultati”.
Obiettivo fondamentale della IARC è la prevenzione del cancro nella specie umana: l’identificazione di cancerogeni ambientali come prerequisito per la loro rimozione (o, almeno, riduzione) è un passo fondamentale per raggiungere questo scopo. Ebbene, uno dei maggiori contributi di Tomatis alla IARC e alla salute pubblica in generale è avere stabilito che la dimostrazione di cancerogenicità in esperimenti a lungo termine negli animali costituisce un criterio valido per valutare possibili rischi cancerogeni negli esseri umani contestualmente alle evidenze epidemiologiche o, ancora più importante, in assenza di evidenze epidemiologiche. Tomatis si è impegnato a fondo per affermare questa prospettiva equilibrata, affinché tanto l’epidemiologia umana quanto i risultati sperimentali siano visti come essenziali nell’identificazione dei rischi per la specie umana.
Inoltre, Tomatis pronostica il vantaggio offerto dallo sviluppo di test a breve termine di mutagenesi in vitro, da utilizzzare come preziosi indicatori di sostanze meritevoli di ulteriori studi. Inoltre, incoraggia la ricerca sul ruolo di fattori dell’ospite, come l’attivazione endogena di sostanze chimiche xenobiotiche, nella cancerogenesi e nei meccanismi d’azione dei cancerogeni, concentrandosi in particolare sull’interazione tra cancerogeni e DNA, un filone di ricerca che la IARC non solo intende continuare, ma vuole espandere nei prossimi anni.

Un sommo successo
Nel 1969 Tomatis avvia il “Programma di valutazione dei rischi da cancerogeni negli umani”, che è diventato agli occhi di molti il più importante contributo dell’Agenzia alla prevenzione del cancro, e la pubblicazione dei risultati del programma in una serie di monografie. Il programma si guadagna ben presto una reputazione internazionale grazie alla validità scientifica, all’imparzialità e all’integrità e per il suo contributo alla prevenzione e alla salute pubblica. A proposito della serie di monografie, Sugimura dice: “Posso confermare che molte istituzioni governative, accademiche e industriali derivano (dalle monografie) praticamente per intero le proprie valutazioni di rischio chimico”.
Il primo gruppo di lavoro formato da esperti di fama internazionale, presieduto da Shubik, si incontra a Lione nel dicembre 1970 per mettere a punto i criteri scientifici che sarebbero stati utilizzati nelle monografie del programma e per stabilire alcune valutazioni preliminari dei dati disponibili su cinque sostanze. Queste cinque valutazioni vengono vagliate, insieme a quelle riguardanti altre 14 sostanze chimiche, da un gruppo di lavoro che si incontra nel dicembre 1971, e vanno a costituire il primo volume della serie di monografie della IARC, pubblicato nel 1972 e che riguarda prodotti organici, inorganici e naturali. Dato il grande apprezzamento riscosso da questo primo volume, il programma viene effettivamente avviato. Da allora si è espanso notevolmente grazie alla collaborazione scientifica e al sostegno finanziario, tra gli altri, del National Cancer Institute degli Stati Uniti, del NIEHS e della Commisione europea.
A oggi sono stati pubblicati 58 volumi delle monografie (noti anche come “i libri arancio”, per il colore delle copertine) e altri sono in corso di stampa. Sono stati profusi grandi sforzi per garantire la massima diffusione di queste valutazioni sia presso le autorità sanitarie nazionale sia presso la comunità scientifica. Le monografie, che inizialmente valutavano sostanze chimiche di sintesi o naturali, negli oltre 20 anni della loro esistenza, hanno grandemente ampliato il proprio raggio d’azione fino a includere valutazioni di miriadi di circostanze di esposizione come procedimenti industriali e lavorativi, e su stili di vita come dieta, farmaci, alcol e fumo di sigaretta. E’ forse per questo continuo sforzo di pubblicare la serie delle monografie che Tomatis è particolarmente apprezzato. Dice David P. Rall, ex direttore dell’NIEHS e collega di Tomatis per oltre 20 anni: “Mantenere in vita questa serie per vent’anni garantendone l’alto livello è un risultato di per sé senza precedenti”.
In parallelo allo sviluppo del programma monografie, la IARC si è impegnata nel tentativo di razionalizzare i test di cancerogenicità a livello internazionale. Dal momento che i test sugli animali sono costosi e il loro completamento richiede molti anni, è importante sapere chi sta
testando cosa prima di progettare una serie di esperimenti, al fine di evitare duplicazioni di lavoro inutili e poter prendere decisioni a partire da ricerche fatte da altri. Per facilitare questi tipo di comunicazione la IARC pubblica periodicamente, dal 1973, un bollettino di informazione ora chiamato Directory of Agents Being Tested for Carcinogenicity. Questi elenchi si accompagnano e sono collegabili alle versioni annuali dei Directories of On-going Research in Cancer Epidemiology, anch’esse pubblicate dalla IARC.

Una visione globale
Quando Tomatis divenne direttore della IARC nel 1982, non si diede da fare soltanto per applicare e integrare la sua affermata strategia di sviluppare l’interazione tra ricerca sperimentale e studi epidemiologici, aumentò anche i suoi sforzi per rafforzare il ruolo della IARC, non solo nell’identificazione dei rischi di cancro, ma anche nella ricerca su diversi aspetti di prevenzione e sorveglianza. Un esempio illuminante è lo studio di intervento sull'epatite in Gambia, in cui è stato costruito un piano per la vaccinazione di tutti i neonati in tutto il paese, insieme a uno schema di registrazione dei casi di cancro, che produrrà importanti informazioni sulla efficacia di questa misura nella prevenzione primaria del cancro epatico.
A prescindere dagli aspetti scientifici importanti e fondamentali dello studio in Gambia, non è un caso che Tomatis appoggi uno studio in un paese in via di sviluppo. Molti dei suoi scritti hanno dimostrato la sua consapevolezza degli aspetti sociali del cancro in tutto il mondo. E’ evidente che Tomatis non vede il cancro soltanto come un insieme di malattie, bensì come un problema globale di salute pubblica. In questo contesto, ha richiamato l’attenzione sul rapporto tra povertà e rischio di cancro, non soltanto nei paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi industrializzati, dove alti rischi di cancro si accompagnano a bassi livelli socioeconomici. Questa prospettiva è dettagliata nell’editoriale su povertà e cancro che Tomatis ha scritto l’anno scorso, pubblicato in Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention. Gli altri esempi di questo impegno a espandere l’attività di ricerca della IARC non sono pochi: includono lo studio dei rischi da esposizioni nell’ambiente di lavoro nelle società di recente industrializzazione e la stima degli effetti che la diffusione del virus dell’AIDS può avere sul carico complessivo del cancro.
Nel 1998, IARC pubblicò Cancer: Causes, Occurrence and Control, una sintesi delle attuali conoscenze e strategie riguardanti le cause e la prevenzione del cancro, che cerca di quantificare su scala globale i benefici che si ricaverebbero dall’applicazione sul campo di queste conoscenze. Tomatis fu sia l’ispiratore sia il capo editore di questo libro, al quale hanno contribuito la maggior parte degli scienziati della IARC. Alla fine dell'introduzione al libro, Tomatis esprime il suo pensiero sulle strategie e le priorità, in cui due aspetti emergono come fattori limitanti del successo nello sviluppo della ricerca sulla prevenzione del cancro. Uno, dice Tomatis, è “la competizione tra spese militari …. e i fondi che vengono assegnati per la salute e l’educazione”. L’altro è la contrapposizione che viene fatta tra ricerca di base e ricerca applicata, come aree separate e in competizione, che egli definisce “un grave errore, che può soltanto servire a impedire che gli scienziati formino un fronte comune nell’utilizzo delle risorse disponibili in modo razionale ed efficiente, magari rendendole più produttive”.

Un uomo dai molti talenti
Sebbene le oltre 200 pubblicazioni scientifiche di Tomatis siano disponibili per tutti coloro che possono leggere inglese, non sono accessibili a tutti - a eccezione di chi legge italiano – i prodotti letterari che Renzo Tomatis ha firmato.
Il suo primo libro, Il Laboratorio, venne pubblicato nel 1965 ed è basato sul diario tenuto durante un anno (1962-63) nel laboratorio di Shubik a Chicago. Il libro, che rivela uno stile letterario compiuto, può essere letto come una descrizione – per i non addetti ai lavori – del lavoro quotidiano di un giovane ricercatore, e anche come un confronto tra il modo di vivere italiano e americano. Il Laboratorio ottenne popolarità in Italia, specialmente tra giovani scienziati, per la sua critica lucida e aperta dell’establishment scientifico in quel paese, rivolta soprattutto alla struttura arcaica dell’università. Come testimonianza delle abilità di Tomatis come scrittore, Napalkov dice che Tomatis dimostrò di essere così bravo nella descrizine degli scienziati e universitari italiani, che “dopo la pubblicazione del libro, divenne presto evidente che non sarebbe mai stato in grado di proseguire la sua carriera in Italia”. Ciò che può essere stato una perdita per l’Italia è certamente stato un guadagno per il mondo.
La misura dell’influenza che Tomatis ha avuto nel settore della prevenzione del cancro è attribuibile, in gran parte, a ciò che Sugimura chiama “la sua vasta conoscenza della cancerogenesi chimica” e la sua “sincera e nobile personalità come leader scientifico”, che gli ha consentito di guidare e sviluppare una delle più importante agenzie di ricerca nel mondo. A livello personale, egli viene descritto dai suoi colleghi come persona che ha “uno sguardo acuto e un buon senso dell’umorismo...ha una conoscenza di tutti i meravigliosi ristoranti a Lione e fuori Lione...ha una buona percezione della storia dell’arte, così come un approccio filosofico a molti problemi della vita”, qualità che sicuramente sono servite ad arricchire non solo la sua vita, ma anche la vita di coloro con i quali egli ha avuto contatto.
Anche le altre opera letterarie di Tomatis, La Ricerca illimitata (1974), Visto dall'interno (1981), e Storia naturale di un ricercatore (1985) hanno avuto un considerevole – seppure forse un po’ minore – impatto sulla comunità scientifica italiana. In questi libri Tomatis esplora il tema delle implicazioni sociali della scienza – e in particolare della ricerca medica – ponendo continuamente la domanda su cosa sia lo scopo ultimo del lavoro dello scienziato, diviso tra ambizione personale e beneficio generale. Forse, il lettore trova in questi libri più domande che risposte: le risposte debbono essere cercate nella vita di Lorenzo Tomatis, una vita che continua a essere condotta con rigore scientifico e integrità morale.

Environ Health Perspect 1994; Feb102(2):164-6.

Harri Vainio, Kimberly G. Thigpen
Harri Vainio is chief of the Unit of Carcinogen Identification and Evaluation at IARC.
The following people also contributed substantially to this article:
Paolo Boffetta, Walter Davis, James E. Huff, Nikolai .P. Napalkov, Maxwell Parkin,
David P. Rall, Rodolfo Saracci, Phillipe Shubik, and Takashi Sugimura.


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