Contributo di
Luigi Bisanti
Renzo Tomatis,
scienziato libero e uomo giusto
Lorenzo Tomatis è morto
lo scorso venerdì, 21 settembre a Lione. Questo evento ha avuto
un impatto emotivo non inferiore a quello razionale. La sua morte, infatti,
ha reso consapevoli tutti - anche chi lo ha conosciuto solo, o quasi,
attraverso le sue opere - che figure della sua levatura, capaci di illuminare
di luce nuova e, soprattutto, di lasciare una scia, transitano sull'ambiente
scientifico come eventi rari.
Renzo era uomo di cultura nel senso pieno di questa espressione; non
c'è stato momento della sua vita professionale e della sua produzione
scientifica in cui il rigore del metodo non fosse associato alla rilevanza
del tema e alla fruibilità dei risultati. È stato sempre
libero, anche quando il ruolo e le responsabilità facevano di
questa una scelta difficile e, anzi, ha denunciato l'ambiguità
e l'opportunismo degli uomini di scienza disposti a venire a patti o
a tacere per tornaconto personale. L'impegno sociale non è stato
per lui un orpello da esibire ma un modo di interpretare il lavoro e
l'esistenza. L'umanesimo di Renzo Tomatis lo troviamo nella sua produzione
del sapere per l'emancipazione di tutti gli uomini dal bisogno e dall'ingiustizia.
Renzo Tomatis è morto ma non ci ha lasciati, non è scomparso.
La sua scia è fulgida e duratura.
Troveremo il modo per onorare Renzo con il dovuto rilievo nel nostro
prossimo congresso di Ostuni e, più stabilmente, negli anni a
venire. Sentivamo però la necessità di condividere subito
con tutti i soci, soprattutto con quelli più giovani che forse
meno lo hanno conosciuto, alcune testimonianze di chi lo ha frequentato
più intimamente come collega e come amico.
Luigi
Bisanti, Presidente AIE
NotizAIE
n.20