Scienziato e narratore

Prima di lasciarci, Renzo Tomatis stava lavorando a un nuovo libro.
Il volume, che racchiude le ultime annotazioni di Renzo sul mondo della scienza, si intitola L'ombra del dubbio e verrà pubblicato da Sironi Editore nel 2008. Siamo grati all'editore per aver offerto un breve estratto dell'opera ai lettori di questo sito.

Anticipazione da "L'ombra del dubbio"

 

Un suo testo autobiografico dal titolo La grande tela è stato pubblicato all'inizio di settembre 2007 all'interno di Tutti i numeri sono uguali a cinque, una raccolta di 21 racconti scritti da scienziati di diverse discipline. Ringraziamo la casa editrice Springer e i curatori dell'opera per averci permesso di pubblicarne un estratto.

Estratto de "La grande tela"

Libri che lasciano il segno

In quarant'anni Tomatis ha pubblicato parecchi saggi e romanzi. Per illustrarne lo stile e il valore, riportiamo le parole che Giulio Maccacaro ha anteposto a La ricerca illimitata, pubblicato nel 1974.

«Tomatis è uno di quei timidi che han sempre l'aria di voler scomparire ma - assidui testimoni di inapparenti vicende - coltivano l'arte di una vibratile presenza appena defilandosi dietro uno schermo d'occasione o di stile. E lui si faceva schermo di uno specchio: così, chi allunga lo sguardo si ritrova con la propria immagine e con molte altrui, riflesse e rifratte in una luce un po' scialitica. Questo specchio – dove appaiono molti altri volti ma un solo profilo dell'autore – è il diario che Tomatis tiene da molto tempo e del quale concede rare letture (...).
Sono pagine brevi, note rapide, spesso soltanto poche righe: scritte, si immagina di sera, quando per un breve momento, caduto il rumore quotidiano, si può riascoltare il suono del giorno compiuto a ritrovarne qualche senso o – amaramente – nessuno.
Sono anche, in una scrittura sobria e accennante, ricognizione di luoghi, incontro con uomini, giornale di esperienze, trama di memorie. E sono ancora invito, traccia, guida per una visita disincantante a certo riservato milieu delle scientocrazie internazionali.
Tuttavia, se fossero soltanto queste cose e se così dovesse leggersi – quasi fogli di un taccuino asciutto e godibile, autentico ed insolito, ma pur sempre estemporaneo e privato – sarebbe incospicua la resa ed esile la ragione delle pagine che qui, invece raccolgono ben altro: una meditazione severa fino al risentimento e sincera fino all'autocritica sul fare scienza e sul fare medicina, oggi: in particolare sul fare scienza per la medicina»

I libri

Il laboratorio (Einaudi 1965; Sellerio 1993)
Il laboratorio. Trent'anni dopo (postfazione di Renzo Tomatis all'edizione del 1993)

Quando questo libro fu scritto e pubblicato, a metà degli anni Sessanta, suscitò subito interesse, scalpore e un certo scandalo. Erano gli anni iniziali del centro-sinistra, un dollaro valeva attorno a seicento lire, s'accendevano le polemiche sulla "fuga dei cervelli" oltreoceano, molti speravano e quasi credevano che si aprisse per l'Italia un'era di modernità, forse un po' più giusta, come un'uscita da uno strano, prolungato, feudalesimo. E una delle più persistenti strutture feudali questo libro descriveva: nel diario di un giovane medico destinato alla fama professionale, negli Stati Uniti per un periodo di ricerca, il laboratorio americano – dove lavorava – e l'istituto di ricerca italiano – dove periodicamente ritornava per mantenere i legami – si contrapponevano come due sistemi; si offrivano alla comparazione parallela. Piccolo nido della ricerca specializzata, il primo: e talvolta, forse spesso, luogo di aspra competizione. Complessa piramide burocratica, l'istituto italiano, volta alla perpetuazione di una gerarchia e di un potere personale, incardinato in altri poteri personali e gerarchici, ma abitato da persone gentili, facondi umanisti, brillanti conversatori. Nella nota di oggi al Laboratorio (dal titolo Trent'anni dopo), l'autore dice che più che la denuncia colpisce la mitezza; ma resta la forza comparativa, non tanto tra Italia e America: tra Italia e Italia, anni Sessanta e oggi. Ebbene, come dice Kurt Vonnegut nel Grande tiratore: "Volete sapere una cosa? Viviamo ancora nel Medioevo". Semmai, da quelle strutture feudali, sembra scomparsa la Cavalleria.

(dal risvolto di copertina dell'edizione Sellerio)

La ricerca illimitata (Feltrinelli 1974)
Prefazione di Giulio A. Maccacaro (prossimamente disponibile su questo sito)

Visto dall'interno (Garzanti 1976)

Storia naturale del ricercatore (Garzanti 1992)

La rielezione (Sellerio 1996)
Recensione di Franco Carnevale

Il fuoriuscito (Sironi 2005)
"Quando mi sono venduto?" Mi interruppe con una delle sue gran risate. "Oppure, diciamo, quando mi sono lasciato comprare? Quando ho capito che la ricerca è al servizio del potere e che il ricercatore è un'oca che produce uova d'oro e che quell'oro andava tutto sulla tavola di chi comanda".

Recensione di Franco Carnevale
Recensione di Paolo Vineis
Intervista Corriere della Sera (2005)
Intervista La stampa (2005)

 

 

 

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